L'Acqua potabile

L'ACQUA

L'acqua è l'elemento nel quale ha avuto origine la vita, la sostanza chiave dell'evoluzione e dei meccanismi di modellazione della superficie del nostro pianeta. L'affermazione degli esseri viventi è strettamente legata alla loro  capacità  di provvedersi d'acqua, conservarla per mezzo di complessi  strumenti biologici e di regolarne il movimento all'interno dei  compartimenti corporei. L'acqua è il componente quantitativamente più importante del corpo di tutti gli organismi viventi ed uno degli alimenti indispensabili alla nostra vita.

potabile

Le riserve d'acqua potabile, che solo pochi anni fa si consideravano quasi illimitate, sono oggi in pericolo in vaste aree del pianeta, per motivi diversi e spesso collegati allo sviluppo della nostra società. In questo sviluppo l'uomo non tiene sempre in considerazione le conseguenze delle proprie azioni, ma non sempre intenzionalmente poichè talvolta vi è una  reale difficoltà nel valutare le influenze dello sviluppo umano sulla natura.

Il compito di conservare e ricostituire l'ambiente idrico costituisce ora una sfida all'inventiva  dell'uomo, e dal successo di questo suo tentativo dipende la continuazione della vita. L'argomento è dei più importanti.

 

ACQUA E POPOLAZIONI

E' interessante anche se logico notare che le grandi civiltà del passato si sono sviluppato lungo corsi d'acqua, grandi fiumi, laghi e mari. SI pensi al Nilo in Egitto (3000 a.C.), al Fiume Giallo in Cina (3000 a.C.), al  Tigri-Eufrate in Mesopotamia (2400 a.C.) e all'Indo nell'India  settentrionale (2500 a.C.). Persino il declino di alcune di queste civiltà è legato alla sopravvenuta carenza della risorsa idrica nei pressi della quale si erano sviluppate.


Nell'antichità le opere idrauliche principali erano destinate a soddisfare le due principali necessità umane legate all'utilizzo d'acqua potabile: abbeverarsi e mantenersi in salute curando l'igiene personale ossia in sostanza lavandosi.

Celebri esempi di estese ed intelligenti reti di adduzione d'acqua potabile sono ad esempio i "qanat" (o "khanat") dell'Impero persiano e gli acquedotti dell'Impero romano.

I primi sono gallerie sotterranee che portano le acque del sottosuolo dai monti alle città. Se ne conoscono circa 22'000 per un totale di oltre 270'000 km di canali sotterranei. I secondi, gli acquedotti della Roma imperiale, hanno contribuito a rendere celebri le opere ingegneristiche della nostra penisola e fornivano grandissime quantità d'acqua agli insediamenti dell'impero. Circa 350.000 metri cubi giornalieri venivano utilizzati nella sola città di Roma.

Anche al giorno d'oggi vi è un legame tra il tenore di vita delle popolazioni contemporanee e il consumo  individuale d'acqua degli uomini che vi appartengono.

FABBISOGNO

Il fabbisogno minimo per svolgere efficacemente tutte le funzioni vitali quotidiane è di circa 80 litri d'acqua giornalieri a  testa. Nei centri abitati questo consumo può raggiungere i 400 litri d'acqua giornaliera pro capite e nelle zone metropolitane più ricche e più densamente popolate anche i 1.500 e più litri al giorno. Il Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento così come altri noti testi di letteratura scientifica assumono un fabbisogno quotidiano pro capite di 250 l/ab/giorno.

In futuro il prelievo d'acqua da parte dell'uomo da destinare ai diversi utilizzi sembra essere destinato ad aumentare pertanto la gestione dell'acqua disponibile andrà ottimizzata:

LA QUALITA'

E' superfluo sottolineare la primaria importanza della qualità dell'acqua della quale facciamo uso nel rifornimento dei centri abitati. Come si è già evidenziato in altre pagine di questo sito la responsabilità che l'uomo affida all'acquedotto ed ai sistemi di potabilizzazione dell'acqua è una delle più grandi che egli abbia mai affidato ad un infrastruttura. Ed a chi la gestisce.

Durante il ciclo idrologico l'acqua viene a contatto con sostanze solide, liquide e gassose, che in parte vengono dissolte o portate in sospensione; essa non è quindi mai pura, ma piuttosto una soluzione di diversi composti derivanti dai materiali che essa ha incontrato lungo il suo percorso. Acque che compiono diversi cicli idrologici avranno composizione diversa, così come sarà diversa la stessa acqua se venisse analizzata in momenti diversi del medesimo ciclo idrologico.

Ogni acqua si caratterizza per proprietà organolettiche, chimiche, fisiche e micobiologiche ed una sua analisi completa dovrà contemplare tutti questi aspetti come prevede la vigente normativa in materia.

In Italia la normativa che definisce la qualità che l'acqua deve avere per essere destinata al consumo umano è il DECRETO LEGISLATIVO n.31 del 2 Febbraio 2001 successivamente modificato con Decreto Legislativo n.27 del 2 Febbraio 2002 (normativa nazionale emanata a recepimento della Direttiva 98/83/CE del 3 novembre 1998 del consiglio dell'unione europea che rappresenta la norma europea di riferimento per quanto riguarda le acque destinate al consumo umano).

Gli allegati dal decreto 31/2001 definiscono gli indicatori microbiologici da ricercare, i parametri chimici e fisici da analizzare, le modalità d'analisi e la frequenza cronologica dei campionamenti. 

Perchè l'acqua possa essere destinata al comsumo umano, essa deve necessariamente essere priva di microorganismi patogeni quali Escherichia coli, Enterococchi, Enterovirus, Batteriofagi anti-E.coli, Enterobatteri patogeni e Stafilococchi patogeni.

Il D.Lgs. 31/2001 stabilisce alcuni indicatori che devono essere sempre ricercati al compiersi delle analisi di routine, tra questi i parametri microbiologici sono indicati nella parte A dell'Allegato 1 :

Parametro microbiologico

Valore di parametro

numero su 100 ml

Metodo d'Analisi

All.3 D.Leg.31/2001

(ITALIA) - Valori limite di parametro di qualità dell'acqua secondo l'Allegato 1 del Decreto Legislativo n.31 del 2 febbraio 2001.

(WHO) - Anche l'Organizzazione mondiale della sanità considera L'E.coli quale indicatore di contaminazione facale che deve essere completamente assente da un campione di 100 ml.

Escherichia coli (E.coli)

0 (zero)

ISO 930-1

Enterococchi

0 (zero)

ISO 7899-2

NOTA 1: D.Lgs.31/2001 Art19 comma 1. Chiunque fornisce acqua destinata al consumo umano, in violazione delle disposizioni di cui all'articolo 4, comma 2, e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire venti milioni (Euro 10'329.14 N.d.r.) a lire centoventi milioni (Euro 61'974.83 N.d.r.).

 

Approfondimento proposto: Testo coordinato D.LGS. n. 31/2001

POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA

Poichè come si sa l'acqua è l'alimento che ingeriamo ogni giorno in maggiore quantità, è per tutti noi interessante conoscerne la qualità e come essa viene lavorata prima e durante la distribuzione.

Se l'acqua a disposizione non risulta potabile al punto di captazione essa necessita di essere resa tale attraverso dei trattamenti chimici e/o fisici che vengono comunemente indicati come "sistemi di potabilizzazione"

Attraverso questi trattamenti è possibile separare dall'acqua gli elementi che si ritengono potenzialmente pericolosi per la salute umana, pertanto il sistema di potabilizzazione da adottare dovrà essere scelto in base alle caratteristiche dell'acqua, alla sua provenienza ed alla successiva modalità di distribuzione.

Un'acqua prelevata da un fiume dovrà essere lavorata con un sistema composto di molteplici passaggi compresi i trattamenti iniziali di sedimentazione, chiarificazione, e successivi di filtrazione, ozono, ecc... L'acqua di sorgente non presenta in genere solidi sospesi e potrà essere eventualmente trattata con uno o più sistemi quali l'irradiazione Ultravioletta, aggiunta di Cloro, filtrazione ecc...

I trattamenti in uso sono diversi e le tecnologie sono spesso interessanti ed avanzate: separazione meccanica, chiarificazione, flocculazione, precipitazione, filtrazione, assorbimento, regolazione/arricchimento componenti, rimozione sostanze particolari (Fe, Mn, Ar, ecc...), desalinazione, addolcimento, controllo dell'acidità, filtrazione sterile e ultrafiltrazione, ossidazione, disinfezione. Per un sintetico riassunto dei sistemi di disinfezione può essere d'ausilio la seguente tabella:

Principali sistemi di disinfezione dell'acqua da destinare al consumo umano (elenco non esaustivo)

Clorazione con ipoclorito di sodio (o calcio)

Clorazione con cloro gassoso

Biossido di Cloro

Ozono

Permanganato di potassio

Perossido di idrogeno

Irradiazione ultravioletta (UV)

Filtrazione in sabbia

Filtrazione sterile (membrana, cartucce, ecc...), Ultrafiltrazione (UF), osmosi inversa

Metodi efficaci ma non adatti ad acquedotti soprattutto per il tempo necessario ai processi

Bollitura (20 minuti)

Sterilizzazione con ioni d'argento

Vi sono diversità piuttosto marcate tra i vari sistemi di potabilizzazione: l'efficacia nell'abbattimento dei microorganismi patogeni o indicatori (es. potere ossidante), la permanenza dell'effetto protettivo lungo la rete di distribuzione (effetto depot), costi e modalità di gestione. La disinfezione per irraggiamento con ultravioletto ad esempio è un sistema efficace ma com'è ovvio non protegge l'acqua da eventuali fonti di inquinamento esistenti lungo la rete di distribuzione, diversamente l'aggiunta di ipoclorito di sodio può proteggere l'acqua anche da alcuni rischi potenzialmente esistenti nel sistema di distribuzione, ma può comportare la formazione di sottoprodotti indesiderati.  

 

Approfondimento: Decreto 7 Febbraio 2012, n.25

 

Approfondimento: LINEE GUIDA sui dispositivi di trattamento acque

Preme sottolineare due punti fondamentali:

1) Trattare l'acqua non è obbligatorio per legge, ciò che è obbligatorio è che l'acqua distribuita in rete sia analizzata e controllata e che essa al punto in cui fuoriesce dal rubinetto rispetti i parametri di qualità definiti della legge (Allegato 1 D.Lgs 31/2001).

Vi sono numerosi casi di acquedotti, specie nelle zone di montagna, che non adottano alcun trattamento poichè dispongono di acqua di buona qualità e bassi rischi di contaminazione in fase di distribuzione. Tuttavia la maggior parte dei gestori adotta qualche sistema di potabilizzazione, talvolta solo a scopo precauzionale,distribuendo una miscela d'acqua e disinfettante in piccolissime dosi.

2) E' molto meno rischioso bere acqua lievemente addittivata di disinfettante piuttosto che assumere acqua contenente microorganismi patogeni, i quali una volta ingeriti hanno effetti ben più certi, pericolosi e rapidi.

La filtrazione di acqua potabile più l'uso del cloro è probabilmente il più significativo successo del millennio nel campo della tutela della salute pubblica (Life 1997 - http://www.waterandhealth.org/drinkingwater/wp.html).


L'attenzione a limitare la formazione di sottoprodotti non deve portare ad evitare di disinfettare l'acqua quando vi siano potenziali problemi di contaminazione batterica poichè il rischio associato ai sottoprodotti della disinfezione rimane estremamente minore del rischio derivante dalla contaminazione da microorganismi patogeni. Sono questi ultimi a determinare il pericolo per la salute umana e la disinfezione, quando necessaria, è una risorsa essenziale.


Trattare l'acqua prima di distribuirla è una prassi ormai diffusa globalmente nella civiltà moderna più sviluppata ed è sicuramente un fattore estremamente positivo per preservare la salute dell'uomo e la lotta a gravi forme patologiche legate all'acqua ed all'igiene personale.

Tuttavia chi si trova a vivere nelle zone più tecnologicamente sviluppate del pianeta, deve porsi anche il problema di scegliere con perizia il sistema di potabilizzazione più idoneo al proprio caso, considerando anche gli effetti secondari ossia la formazione di sottoprodotti che talvolta si può determinare. Questo perchè anche questi sottoprodotti possono rappresentare un fattore di rischio per la salute e come altri elementi che possono trovarsi in soluzione, anch'essi devono essere contenuti entro un limite massimo stabilito dalla legge (D.Lgs.31/2001).

 

 

Dati estratti da documentazione ufficiale della World Health Organization. Guidelines for Drinking-water Quality - Fourth Edition.

NOTA 2: Se si impiega un disinfettante nell'acqua da distribuire, durante i controlli di routine va obbligatoriamente ricercato il disinfettante residuo, come rischiesto nella Tabella A dell'Allegato II al D.Lgs31/2001

NOTA 3: L'autorità pubblica è tenuta a rendere disponibile, secondo le disposizioni del D.Lgs n.195 del 19 Agosto 2005, l'informazione ambientale detenuta a chiunque ne faccia richiesta, senza che questi debba dichiarare il proprio interesse (Art.3, comma 1, D.Lgs195/05; Direttiva Europea 2003/4/CE).


In qualità di ingegneri, progettisti, amministratori, gestori di reti e cittadini, tanti sono i fattori che potranno influenzare le nostre scelte o i nostri giudizi: le caratteristiche dell'acqua, l'efficacia dei sistemi a disposizione, la copertura di rete, la facilità di gestione, i fattori economici, la responsabilità della salute dei cittadini e soprattutto il tasso d'impegno e fatica che saremo disposti ad applicare per giungere alla soluzione ottimale, mirata e vantaggiosa che metta al primo posto la tutela della salute pubblica.


Ing. David Marchiori

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